Nativita di Gesù di Giotto di Bondone

La prima, la più bella e intensa rappresentazione del Presepe

Vogliamo qui concentrarci sulla bellezza dell'affresco e sull'uso dei tessuti e dei colori che il grande maestro fa e su una cospicua serie di simboli e riferimenti in esso presenti.
Ciò che è evidente anche all'occhio profano è la carica di umanità che esce letteralmente dall'affresco: Giotto era solito riportare il Sacro ad una dimensione umana. Per farlo inserisce ad esempio nel dipinto la figura della "levatrice" (a sinistra) che aiuta Maria a deporre il Cristo fasciato nella mangiatoia.
Giuseppe con lo sguardo sognante è seduto in disparte a indicare il suo ruolo passivo nella nascita di Gesù, le pecore e le capre in posa assolutamente naturale.

L’intimità tra Maria e Gesù Bambino ci fa cogliere tutta la naturalezza, l’emozione e la tenerezza che legano una madre e il suo piccolo appena venuto al mondo, un aspetto che Giotto ha saputo rendere in maniera magistrale, "semplicemente" ritranedo una madre che guarda amorevolmente il figlio in fasce mentre lo posa nella mangiatoia.

I colori usati da Giotto per il vestito di Maria sono il Rosso e il Blu: nell'iconografia il blu rappresenta la divinità, la trascendenza, il mistero mentre il rosso è un colore terreno, il colore del sangue.
Ecco che Giotto dipinge la veste sotto di rosso e quella sopra di blu a rappresentare il fatto di aver portato la divinità (Gesù) nella sua umanità.
Il blu è un colore di grande importanza nelle tradizioni artistiche cristiane e ha un profondo significato spirituale e ricorda la fedeltà di Maria Vergine e il suo ruolo privilegiato nella storia della salvezza.

Leggermente differente la Natività affrescata da Giotto nella basilica superiore di Assisi lascia comunque trasparire la medesima carica di umanità: osservate lo sguardo felice di Maria, la presenza delle levatrici che fanno il primo bagno a Gesù Bambino (sdoppiamento della scena ricorrente nell'iconografia bizantina), degli animali in posizione assolutamente naturale e di Giuseppe sognante in disparte.
L'affresco di Assisi è stato realizzato qualche anno prima (di poco anteriore al 1300) di quello nella Cappella degli Scrovegni a Padova

La Cappella degli Scrovegni di Padova è una ex cappella privata (oratorio e futuro mausoleo di famiglia) commissionata da Enrico degli Scrovegni, ricco figlio di un usuraio padovano, che ad inizio '300 acquistò l'area dell'antica arena romana di Padova sulla quale fece edificare un sontuoso palazzo con cappella annessa. Le decorazioni della Cappella furono commissionate a Giotto che in quel periodo si trovava a Padova chiamato dai frati minori conventuali.
Il ciclo di affreschi di Giotto è considerato unanimemente capolavoro dell'arte occidentale e inserito nel patrominio dellumanità UNESCO dal 2021.