Incredulità di San Tommaso è un dipinto a olio su tela realizzato tra il 1600 e il 1601 da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (praticamente nel medesimo periodo in cui Giordano Bruno finiva sul rogo...)
Nel 1606 il banchiere Vincenzo Giustiniani faceva riferimento a questo soggetto in una copia presente a Genova e vent'anni dopo il dipinto veniva citato nell'inventario della collezione Giustiniani il che fa presupporre che sia stato il banchiere stesso a commissionare l'opera.
La tela è stata oggetto di successive cessioni nel corso dei secoli, finché, dopo ulteriori vicissitudini legate agli eventi della seconda guerra mondiale, pervenne nell’attuale collezione della Bildergalerie von Sanssouci di Potsdam.
La tela, che misura 107 x 146 cm, fotografa di tre quarti la presenza di quattro figure su uno sfondo neutro e molto scuro.
La scelta di Caravaggio concentra l'attenzione sulla disposizione degli apostoli, opposti rispetto a Cristo, facendo naturalmente cadere lo sguardo dell'osservatore sulle mani del Cristo e di San Tommaso.
La sconvolgente immersione del dito dell'apostolo Tommaso nella ferita del costato di Cristo è accentuata dall'essenzialità del soggetto (ridotto appunto alle sole quattro figure), dall'uso della luce, proveniente dalla sinistra, che cade prima sulla figura di Cristo che ha un incarnato più chiaro rispetto al gruppo degli apostoli, creando così un forte contrasto cromatico, e dalla loro estrema vicinanza: si possono sentire gli aliti degli apostoli, il loro calore, il sudore e l'odore della pelle.
Lo spettatore viene coinvolto direttamente nell'azione quasi a farlo diventare una quinta figura "fuori scena" che osserva il dito di Tommaso immerso nella ferita condividendo lo stupore, la meraviglia e la rozza incredulità degli apostoli.