Giovanni Boldini

Giovanni Boldini, il Re del ritratto

Il genere pittorico che gli diede più fama e lustro fu indubbiamente quello del "ritratto": davanti al cavalletto parigino del pittore ferrarese si rincorrevano infatti gli avventori dei caffè, semplici passanti, ma soprattutto i nomi più in vista della bella società parigina e internazionale: gli aristocratici di tutto il mondo facevano a gara per regalare a Boldini la possibilità di immortare i loro volti sulla tela.

Era pienamente inserito nel tessuto sociale parigino e seppe consolidare abilmente la propria notorietà grazie a un'instancabile laboriosità (lavorava dalle prime luci del mattino sino a tarda sera) e ad una innata predisposizione a intrecciare relazioni sociali proficue e durature con i potenziali committenti.

Giacomo Puccini, Vittorio Emanuele II, Vincezo Cabianca, Robert de Montesquiou sono solo alcuni degli illustri personaggi che passarono per l'atelier di Boldini, che proprio nei ritratti si impegnò nell'innovazione profonda della tecnica pittorica e dell'ndagine estetica dando piena prova di una libertà espressiva assoluta.

Una speciale menzione merita il ritratto di Giuseppe Verdi, immagine iconica, ancor oggi espressione massima della migliore Italia nel Mondo.

Boldini non fu solo il ritrattista delle donne della bella società parigina e internazionale ma il loro seduttore, interprete dell'esuberante joie de vivre della Belle Epoque.

Sulle poltrone stile Impero dell'atelier di Boldini sfilarono infatti centinaia di donne di charme: tra le «divine» più celebri (fu questo il termine coniato da Boldini per riferirsi alle proprie muse) risultano gli illustri nomi di Consuelo Vanderbilt (duchessa di Marlborough), della Contessa d'Orsay, dell'attrice Alice Regnault, della baronessa donna Franca Florio, della marchesa Luisa Casati, di Eleonora Duse.

Nei suoi ritratti non esita a valorizzare o esaltare la bellezza fisica della sua modella.
Andando oltre l'ordinaria quotidianità alla quale erano state destinate dalla pittura realista, Boldini trasforma le sue modelle in spettacolari divinità terrene, facendosi in questo modo cantore di uno splendore assoluto e senza tempo.

La rappresentazione estetica viene però sempre affiancata da un'attenta introspezione psicologica.
Boldini amava visceralmente le sue donne e nei suoi ritratti fu in grado di "ritrarre" le parti più intime delle loro personalità, lasciandone intravedere anche i sentimenti nascosti e le pulsioni più autentiche e laceranti, più o meno represse in nome dell'ipocrita morale borghese.

I suoi ritratti sono una finestra sulla storia dell'Europa di fine ottocento e inizio novecento, epoca in cui i cambiamenti culturali, sociali ed economici segnarono profondamente la vita delle persone sfociando nei drammatici avvenimenti ritratti dai suoi successori nel corso del XX secolo.

In questo articolo vorremmo però spostare l'attenzione sui sontuosi vestiti e tessuti che Boldini magistralmente ritrasse facendosi interprete di una nuova femminilità, conferendo dignità al mondo femminile desideroso di sottrarsi alle schematizzazioni mentali borghesi dell'epoca, rigide, mistificatorie e classiste.

Eccolo allora alla presa con abiti sinuosi e raffinati che "celebrano la rinnovata snellezza dei corpi e risultano adeguati alle molteplici attività e libertà che, in rottura rispetto al passato, non sono più precluse alle donne" (Panconi, Gaddi).

Come in questo "Ritratto di giovane donna di profilo" del 1895, che ritrae la "divina" Eleonora Duse, la più famosa e acclamata attrice del Mondo, musa di Gabriele D'Annunzio.

La lucentezza naturale della camicia in morbida seta, la stampa floreale, i bottoncini rivestiti sui polsini in pizzo sfrangiati o a volant, le maniche a sbuffo, il colletto a foulard stretto al collo, la cintura tessile che fascia la vita, le pieghe naturali del tessuto che seguono sinuosamente il profilo del corpo femminile trasmettono dinamicità, freschezza e sensualità.

Giovanni Boldini, il Re del ritratto !